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Il Beethoven

Soggetti musicali nelle collezioni del XX secolo del Museo Revoltella

(estratto da https://revoltellamuseum.com/primopiano.php?ID=49 )
…. Un’opera emblematica, senz’altro la più spettacolare di questo nucleo, è l’olio Beethoven di Lionello Balestrieri (Cetona, 1872-1958), datato 1900 e acquistato dal Museo Revoltella alla IV Biennale di Venezia, nel 1901. A ispirare Balestrieri per questa grande rappresentazione della bohéme (misura oltre quattro metri per due d’altezza)  fu l’amico Giuseppe Vannicola, musicista e poeta napoletano, con il quale alla fine dell’Ottocento egli condivideva a Parigi una soffitta-studio in cui si riunivano ogni sera gli amici. Il dipinto fu realizzato anni dopo sulla base dei ricordi di quel tempo, e si riferiva a una sera in cui Vannicola eseguì la Chansonne di Bach, mentre il titolo erroneamente allude a un’altra esecuzione, la Sonata a Kreutzer per violino e pianoforte. Con le sue penombre, i toni cupi, i bagliori di luce che colpiscono le espressioni tristi dei presenti, il dipinto sembra concepito per dare enfasi ai sentimenti, agli amori infelici, al pessimismo che domina quella scena, proprio come Balestrieri aveva imparato a fare seguendo il suo grande maestro, Domenico Morelli, e la musica che riempie il silenzio “come un lamento di voce umana” non è altro che la rappresentazione quasi fisica di quel dolore. Vannicola divenne poi primo violino della Scala a Milano e, dimenticate le sofferenze che gli aveva procurato la rivalità in amore con l’amico pittore, gli dedicò una Sonata patetica